PNEUMATICI INVERNALI: FACCIAMO CHIAREZZA
Il periodo previsto dalle ordinanze locali che impongono l’uso dei pneumatici invernali (o delle catene a bordo) va dal 15 novembre al 15 aprile, a cui s’aggiunge un mese di tolleranza prima e dopo per dar tempo di cambiare le gomme.
Il periodo previsto dalle ordinanze locali che impongono l’uso dei pneumatici invernali (o delle catene a bordo) va dal 15 novembre al 15 aprile, a cui s’aggiunge un mese di tolleranza prima e dopo per dar tempo di cambiare le gomme.
Conviene montare pneumatici invernali della stessa misura degli estivi o comprare cerchi
dedicati?
Se si acquistano anche quattro cerchi da dedicare ai pneumatici invernali si ottengono diversi vantaggi:
– Il cambio stagionale è più rapido ed economico
– Non si rischia di danneggiare i cerchi e gli pneumatici nell’operazione di montaggio e smontaggio
– Lo stoccaggio e la conservazione del treno di pneumatici smontati è migliori, dato che il rischio che le gomme si deformino è minimo.
MENTALITÀ IN EVOLUZIONE
Dotarsi di un treno di gomme specifico per l’inverno è una abitudine ormai consolidata nei paesi del nord e del centro Europa e sta prendendo piede pure da noi grazie al passaparola: chi ha provato i vantaggi dei pneumatici termici non si sente più sicuro a viaggiare d’inverno con gomme estive (non solo sulla neve, ma anche sul bagnato). E, ovviamente, trasmette le sue sensazioni ad amici e conoscenti.
MA IL CODICE È DATATO
Il codice della strada (articolo 122, comma 8 del Regolamento di Attuazione) equipara le gomme invernali alle catene da neve: dove c’è il cartello che obbliga ad avere a bordo queste ultime o a montarle, si può tranquillamente transitare con pneumatici termici.
Il problema vero è che la circolare n. 104 del 1995 del ministero dei trasporti classifica come pneumatici invernali semplicemente quelli che riportano la marcatura M+S (o MS, o M&S, o M-S): se questa sigla è impressa sul fianco della gomma, si è in regola con la legge.
Tuttavia, in commercio esistono diversi prodotti con questa marcatura, che però non sono “invernali puri”. Questa abbreviazione, infatti, deriva dall’inglese Mud and Snow (fango e neve), eindica effettivamente una migliore capacità di trazione sui fondi viscidi rispetto alle gomme estive.
Ma la tecnologia si è evoluta e i costruttori hanno creato prodotti specifici, materiali studiati per restare più morbidi e garantire più aderenza quando fa freddo, disegni del battistrada e intagli a lamelle idonei ad aggrapparsi alla coltre bianca.
Per questo, per i veri pneumatici invernali viene sempre più spesso usato il simbolo con il fiocco di neve all’interno di una montagnetta: un logo definito “3 peaks mountain snowflake” (alla lettera, “montagna con tre cime e fiocco di neve”) condensato nella sigla 3PMSF.
PASSIAMO SUL CAMPO
Come ogni anno l’Assogomma, l’associazione che raggruppa i costruttori di pneumatici con sedi produttive in Italia (oggi ne fanno parte i gruppi Bridgestone, Continental, Goodyear, Michelin e Pirelli), ha organizzato una serie di test sulla neve per dimostrare l’efficacia delle gomme invernali.
Quest’anno l’obiettivo era proprio mettere a confronto prodotti validi (ma provvisti della sola marcatura M+S) con quelli più adatti all’utilizzo su fondi innevati e ghiacciati, che riportano il “3 peaks mountain snowflake”.
In Valle d’Aosta, a La Thuile, gli esperti di Assogomma, insieme agli istruttori del Centro internazionale guida sicura, hanno messo a punto una serie di esercizi per ricordarci dell’importanza delle “scarpe” della nostra auto.
DUE POSSONO BASTARE?
Poiché le catene da neve si montano solo sulle ruote motrici, c’è chi è convinto di poter fare altrettanto anche con i pneumatici invernali. In effetti, se si fa riferimento al solo codice della strada, il discorso non fa una grinza (il ministero si limita a “raccomandare” di usare quattro gomme invernali, ma non lo impone). In realtà, è molto pericoloso.
Lo abbiamo sperimentato a bordo di una Ford Fiesta ST.
Con quattro invernali (Goodyear UltraGrip 9) nessun problema, né nel percorrere una rotonda né tra le curve.
Scegliendo di montare queste gomme solo per le ruote motrici il pericolo è dietro l’angolo: si arriva in curva sicuri, con l’auto che si inserisce prontamente, ma all’improvviso il posteriore sbanda. Inutile contare sull’aiuto dell’Esp: se i pneumatici non fanno presa, anche il miglior sistema elettronico non può nulla. Addirittura, questa situazione è più pericolosa che non il viaggiare con quattro gomme estive: in questo caso, infatti, si percepisce fin dai primi metri che l’auto non ha aderenza sufficiente, e si regola la velocità di conseguenza.
In un test di accelerazione abbiamo messo a confronto tre Ford Edge ST Line a trazione integrale con pneumatici 245/45 R 20. in un caso, invernali (Pirelli Scorpion Winter) con tanto di logo con fiocco di neve e montagna; nel secondo, con gomme recanti la semplice marcatura M+S (Pirelli Scorpion Verde); nell’ultimo, con quattro penumatici estivi (Pirelli P Zero) Accelerando a fondo da 1000 giri in prima marcia, abbiamo misurato i secondi necessari a percorrere 23 metri: scontata la vittoria delle gomme invernali “pure”, mentre le sole M+S richiedono il 10% di tempo in più e le estive il 30% in più, a testimonianza della peggior trazione.
E IN FRENATA?
Due Ford Transit Custom si sono sfidati in una prova di frenata.
Solo che mentre uno era dotato di gomme M+S (Continental VancoFourSeason 2), l’altro aveva pneumatici (Continental VancoWinter 2) con anche il simbolo “3 peaks mountain snowflake”.
Frenando da 50 km/h, lo spazio necessario a scendere fino a 5 km/h (a velocità più basse l’intervento dell’Abs rende i risultati molto variabili) passa dai 30 metri necessari nella prima situazione ai 25 sufficienti con le invernali “pure”. Possiamo bene immaginare come 5 metri in meno possano salvaguardare il nostro veicolo da ingenti danni.
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